Confesercenti del Trentino, Da 50 anni al fianco delle persone e delle imprese.
Fare impresa “nel piccolo” sta diventando sempre più difficile.
Commercianti, venditori, liberi professionisti, agenti di commercio, amministratori di condominio, agenti immobiliari, titolari di pubblici esercizi, benzinai, per citarne solo alcuni, si ritrovano oggi più che mai, a dover affrontare difficoltà che erodono fatturati e aumentano i carichi di lavoro. Il peso di fisco, costo del lavoro, burocrazia, talvolta l’inefficienza della pubblica amministrazione, distolgono da quella che dovrebbe essere la priorità nel fare impresa: l’innovazione, la competitività, lo sviluppo.
Una dinamica che sta diventando sempre più insostenibile, se non insopportabile. Una zavorra che sta inchiodando gli imprenditori a una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Il Trentino Alto Adige e l’Italia si trovano oggi ad affrontare Prove determinanti.
Da un lato, le sfide demografiche: l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite, creano una carenza di manodopera sempre più allarmante, che minaccia la produttività e la continuità delle aziende. Mentre aumenta costantemente la domanda di servizi da parte di una popolazione invecchiata. Perderemo 4 milioni di abitanti entro il 2050, (ovvero praticamente domani).Ma soprattutto, sempre nel 2050, le persone con più di 65 anni saranno il 34% della popolazione.
Dall’altro, l’innovazione tecnologica e l’automazione offrono nuove importanti opportunità per aumentare l’efficienza, la produttività e la creazione di valore. Insieme a queste irrinunciabili opportunità vi sono, però, anche diverse incognite, legate oggi in primis all’Intelligenza Artificiale. Un territorio inesplorato, che dobbiamo prima conoscere e poi responsabilmente governare.
Il primo rischio inaccettabile, da scongiurare, è che l’innovazione tecnologica possa mettere in discussione o intaccare il valore insostituibile delle Persone. Non possiamo e non vogliamo lasciare indietro nessuno!
Come ci ha indirettamente ricordato anche Mario Draghi recentemente, le prove che l’Italia dovrà affrontare in Europa, nei prossimi mesi, non sono per niente semplici.E si inseriscono in un quadro globale di sempre più complessa lettura: quale sarà il corso della nuova Commissione Europea, cosa succederà nelle prossime elezioni americane, come evolverà la situazione in Medio Oriente, quali sviluppi potranno esserci in Ucraina e quali impatti il cambiamento climatico porterà nelle nostre economie, oltre che nelle nostre vite, con quanta forza e con quale velocità. In questo scenario non completamente rassicurante, si inseriscono alcuni temi che riguardano più da vicino proprio il terziario.
Il primo. La crisi del commercio.
Il Trentino non è immune da un processo progressivo che sta desertificando i piccoli comuni: attività e servizi essenziali stanno scomparendo, devitalizzando territori e centri più piccoli o periferici.
Tra il 2010 e il 2023, il settore del commercio al dettaglio in sede fissa in Trentino ha perso 764 unità. Nell’ultimo anno sono stati 134 gli esercizi commerciali a chiudere.
Parallelamente, 14 anni dopo l’adozione della direttiva Bolkestein, il settore del commercio ambulante si trova in una situazione di instabilità normativa che ha portato a notevole incertezza per gli operatori.
Già messo a dura prova da quasi quindici anni di indecisione che hanno scoraggiato gli investimenti, questo settore, insieme a quello in sede fissa, deve contemporaneamente giocarsi la propria partita su un mercato in rapido cambiamento, influenzato dall’ascesa dell’e-commerce e da una società che sta cambiando anch’essa velocemente quanto radicalmente.
Certo è che oggi, almeno le nuove generazioni sono sempre più orientate ad esperienze di acquisto differenti, un fattore oggettivo su cui riflettere e quindi agire.
Le piccole imprese del commercio tradizionale offrono un servizio essenziale per il turismo, e ancor più alla popolazione locale. Fungono da centri di aggregazione sociale e contribuiscono a mantenere vive le comunità. Un baluardo contro lo spopolamento delle terre alte. Ricordiamoci che un Trentino attrattivo, produttivo e competitivo deve essere prima di tutto accogliente per chi in questo territorio vive e lavora. La salvaguardia del commercio di vicinato e ambulante, così come la tutela degli esercizi commerciali in valle, sono indispensabili per mantenere un equilibrio, che si sta perdendo, tra lo sviluppo economico e la conservazione dell’identità culturale e sociale delle comunità montane. Il commercio rimane essenziale per la competitività e l’attrattività.
Chiediamo alla politica un’azione di forza, con misure straordinarie. Siamo una Provincia Autonoma: in forza di questo, nell’interesse più ampio, dobbiamo puntare su iniziative forti ed efficaci di salvataggio, tutela e rilancio per questo settore, se non su una Legge ad Hoc.
Il secondo Tema. Un Turismo da far maturare e evolvere, verso l’eccellenza e la sostenibilità.
Il Turismo Trentino è un punto di forza. I numeri ci danno ragione e soddisfazione, confermando l’impegno e l’ottimo lavoro svolto in questi anni (ricordiamoci post Covid) dalla Provincia Autonoma di Trento, dall’ Assessore Failoni e dai suoi dirigenti (a cui vanno i ringraziamenti della nostra associazione) … così come da Trentino Marketing ( grazie al Presidente Gianni Battaiola ed all’A.D. Maurizio Rossini, per il vostro impegno).
Abbiamo però di fronte a noi oggettivamente alcune incognite, sui cui ragionare.
I cambiamenti climatici rappresentano una sfida significativa per l’economia turistica del Trentino-Alto Adige e per l’intero arco alpino.
L’aumento delle temperature condizionerà il turismo invernale, che è vitale e imprescindibile per l’economia locale. Così come l’incremento dei periodi di caldo estremo potrebbe condizionare quello estivo. Di certo, in futuro con molta probabilità, potrebbe modificare le abitudini ed i comportamenti delle persone e quindi dei turisti.
Inoltre, l’eccessiva concentrazione di visitatori in periodi ristretti può sovraccaricare le infrastrutture, rischia di danneggiare gli ecosistemi fragili e non per ultimo rischia di creare tensioni con la popolazione locale, aumentando il disagio di vivere e lavorare nelle località turistiche durante i periodi di picco.
Con la stessa efficacia ed impegno con cui la Provincia ha lavorato in questi anni portandoci a risultati importanti, chiediamo di lavorare non per il domani, non per il dopo domani: ma per il 2050.
Quel 2050 che sembra a noi così distante, ma che in realtà è dietro l’angolo.
Come ? Secondo noi ricercando e costruendo nuovi equilibri. L’eccellenza che diventa sostenibilità e la sostenibilità che diventa Eccellenza:
– accelerando ulteriormente sulla diversificazione dell’offerta turistica;
– proseguendo con determinazione sulla strada che da tempo abbiamo intrapreso con la de-stagionalizzazione;
– ragionando seriamente sugli elementi di condizionamento che i cambiamenti climatici avranno sull’economia turistica dell’intera regione ;
– e proprio ora che i numeri ci danno ragione, perchè i numeri sono importanti, lavorare tutti assieme anzichè per aumentare ancora questi numeri, per migliorarne piuttosto il rendimento. Alzando sempre più la qualità dei nostri visitatori, con una maggiore capacità e propensione alla spesa; che possano quindi portare con il medesimo impatto una ricaduta migliore per gli operatori turistici e di conseguenza sull’intera economia trentina e l’intera popolazione.
E fare questo ci consentirà inoltre di preservare e meglio gestire il più importante patrimonio materiale di cui dispone la nostra provincia, quello naturale, l’ambiente: così importante per l’economia trentina, ma ancor più per la nostra qualità della vita, oltre che dei nostri ospiti.
Ci sono ancora due importanti sfide che ci preme sottolineare:
1. I giovani e la formazione: le scuole di ogni ordine e grado, le scuole professionali e l’Università rappresentano la migliore e più luminosa speranza per la nostra comunità ed il suo futuro.
In un’epoca purtroppo piena di conflitti (conflitti veri, ma anche tensioni e scontri sociali di varia natura), abbiamo bisogno di un esercito di maestri, insegnanti, docenti, formatori e professori.
E’ questo il primo (non il solo) esercito di cui abbiamo davvero bisogno, per formare un esercito (il secondo) ancora più grande di giovani ragazzi e ragazze e guidarlo nella costruzione del nostro e del loro futuro. La futura classe dirigente, i manager, i lavoratori e lavoratrici, gli imprenditori e imprenditrici di domani.
Si ! I giovani; di cui ci occupiamo, ma ancora troppo poco. Che si stanno allontanando dalla politica. Che si stanno allontanando dalle associazioni. I giovani che stiamo letteralmente perdendo per strada. Che non solo sono sempre meno, ma che sempre più spesso, purtroppo, decidono di lasciare il Trentino e l’Italia: le nostre valli, i nostri paesi, le città (1570 giovani in meno nella nostra Regione solo nel 2023).
Abbiamo il dovere di ridare ai nostri figli, entusiasmo, ambizione e l’orgoglio di lavorare e fare Impresa in Trentino e l’orgoglio, oltre che la convenienza, di realizzare il proprio progetto di vita all’interno dei nostri confini.
2. In questi mesi in più di un’occasione, abbiamo ragionato delle tante sfide e delle criticità che sono davanti a noi: crisi del commercio, denatalità, glaciazione demografica e invecchiamento della popolazione, scarsità di forza lavoro, un turismo da far evolvere, innovazione e internazionalizzazione, produttività, accesso al credito e rafforzamento dei confidi, sostenibilità sociale economica ed ambientale e molti altri temi ancora.
Ma vi è ancora almeno un’altra priorità, su cui, se non sapremo agire con determinazione e tempestività, mi risulta difficile credere si possa realizzare quel Trentino moderno, attrattivo e competitivo a cui noi tutti abbiamo più volte affermato di ambire: un tema sempre più di attualità, la sicurezza. Probabilmente la sfida più sensibile.
Abbiamo bisogno di restituire alla nostra gente, ai cittadini una sensazione di Sicurezza adeguata, che consenta a giovani, famiglie, anziani, lavoratori, professionisti e imprenditori di sentirsi maggiormente protetti a casa propria, nelle proprie imprese, nella propria città, nel proprio paese.
Siamo terra di cooperazione, una comunità solidale, inclusiva, generosa e produttiva ed anche per questo siamo stati e siamo un modello e un esempio per il nostro Paese. Dobbiamo pensare a un nuovo modello di integrazione, maggiormente virtuoso ed efficace, e poi realizzarlo! Un presupposto importante proprio in chiave di sicurezza, ma non solo.
I problemi di microcriminalità e criminalità ci sono, e sono sentiti ed impattanti, ma non possiamo cadere nell’errore di fare di tutt’erba un fascio. Dobbiamo rammentare che il vero problema rimangono i criminali e le loro azioni. Non possiamo mettere sullo stesso piano chi alimenta l’illegalità e la paura, con chi invece lavora e si impegna per la legalità e la sicurezza.
Proprio per questo abbiamo il dovere tutti assieme, di sollecitare ma anche di sostenere le istituzioni e le forze dell’ordine a riaffermare la sicurezza di vivere, lavorare e fare impresa in Trentino.
In questa partita non possiamo lasciare solo il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e con lui la sua giunta, non vogliamo lasciare soli i sindaci e non dobbiamo lasciare sole le forze dell’ordine (polizia locale, polizia statale, carabinieri, forestale e guardia di finanza) a cui va tutta la nostra gratitudine per l’impegno quotidiano al servizio di Provincia, Regione e Stato.
In conclusione, a nostro avviso servono nuovi equilibri nella nostra economia: un Commercio che guarda al futuro e molto più forte, un progetto per un Turismo sempre più di eccellenza e quindi diversamente forte. E un comparto industriale capace di crescere e rafforzarsi, che faccia da traino nella partita delle retribuzioni e da volano verso i mercati internazionali, su cui dovremo essere sempre più competitivi.
In questo nuovo equilibrio il Trentino sarà certamente più attrattivo, accogliente, produttivo e competitivo. E saremo tutti più forti.
Per fare tutto ciò, serve una convergenza di intenti: nella politica, nel mondo economico…e fra politica e mondo economico.
Verrebbe da dire, anche se non va di moda, unità di intenti, coraggio, ambizione, visione, disponibilità e lungimiranza.
Quell’unità che recentemente si è dimostrata fragile, se non totalmente assente.
Le nostre porte saranno sempre aperte al dialogo ed al confronto serio e leale, con tutti coloro che dimostreranno di avere a cuore i reali interessi del Trentino Alto Adige.
Indipendentemente dalla forma con cui proseguiranno nel futuro le relazioni con tutte le altre categorie economiche di questo territorio ed ovviamente con tutte le istituzioni della Provincia Autonoma di Trento e di tutta la Regione, vi possiamo assicurare che Confesercenti, come ha fatto nei suoi primi 50 anni di storia, resterà sempre al servizio di questa terra. Continuerà a lavorare per il bene comune e per la crescita sostenibile, equa e solidale della comunità trentina a cui orgogliosamente appartiene.
Mauro Paissan
Presidente Confesercenti del Trentino
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