Perché comunicare troppo può danneggiare un’impresa

Set 14, 2025 | Comunicazione, Consulenza per le imprese

Perché comunicare troppo può danneggiare un’impresa.

 

Non tutto ciò che si comunica crea valore

Oggi il rischio non è tacere: è dire troppo.

Molte imprese, spinte dalla frenesia dei social, producono contenuti continui, senza criterio.

Il risultato? Il pubblico si abitua al rumore e smette di ascoltare.

In comunicazione, la quantità non sostituisce la qualità.

L’eccesso genera diffidenza.

E la diffidenza rallenta il lavoro.

 

L’overload comunicativo: un problema reale

Quando un’azienda comunica troppo, accade qualcosa di semplice:

  • perde autorevolezza,
  • confonde il messaggio,
  • stanca il cliente,
  • genera percezione di disordine,
  • appare meno credibile.

Il pubblico non ricorda tutto ciò che vede.

Ricorda ciò che ha senso.

 

Perché il silenzio selettivo è una forma di rispetto

Ogni contenuto deve rispondere a una domanda:

“Serve davvero a chi lo riceve?”

Le persone non hanno tempo da perdere.

La misura è una forma di rispetto verso i clienti.

Una buona comunicazione non parla sempre.

Parla quando ha qualcosa da dire.

 

Qualità sopra quantità

I contenuti utili sono pochi e chiari:

  • spiegano,
  • orientano,
  • rassicurano,
  • risolvono,
  • raccontano fatti reali.

Il resto è rumore.

E il rumore, oggi, è un costo.

 

Il danno reputazionale dell’eccesso

Comunicare troppo può generare due conseguenze:

1.Perdita di credibilità

L’azienda sembra più interessata a “postare” che a lavorare.

2.Incoerenza narrativa

Con troppi messaggi si rischia di contraddirsi, cambiare tono, perdere identità.

La reputazione è fragile: si costruisce lentamente, si indebolisce rapidamente.

 

Anche la misura è una forma di disciplina.

Comunicare non significa occupare spazio.

Una comunicazione essenziale, chiara e rispettosa vale più di cento contenuti generici.

La reputazione cresce quando l’impresa sa quando parlare.

E sa quando è meglio restare in silenzio.

Mauro Paissan

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