Perché ogni impresa deve saper spiegare ciò che fa (non è così scontato)
La chiarezza non è un dettaglio: è un asset strategico per PMI, professionisti e attività del territorio.
In Italia molte imprese sanno lavorare bene, ma non sempre sanno raccontarlo. È un limite che riguarda PMI, artigiani, albergatori, commercianti, professionisti, imprese dell’edilizia e dell’impiantistica: si produce valore ogni giorno, ma si fatica a spiegarlo in modo semplice e comprensibile.
In un mercato che chiede trasparenza e affidabilità, saper spiegare ciò che si fa non è un gesto di marketing. È una competenza manageriale. E spesso fa la differenza tra essere scelti o essere confusi tra tanti.
Perché la chiarezza è un vantaggio competitivo
Una comunicazione chiara non aggiunge nulla di artificiale: mette ordine, rende leggibile ciò che si fa e dà fiducia a chi ascolta.
La chiarezza è un vantaggio competitivo per tre motivi:
1. Trasforma la competenza in valore percepito.
Un’impresa competente ma poco comprensibile rischia di sembrare uguale alle altre. Raccontare il proprio lavoro con precisione fa emergere ciò che rende unici: metodo, cura, risultati.
2. Riduce la distanza con il cliente.
Le persone non cercano tecnicismi: cercano soluzioni. Quando un imprenditore sa spiegare bene il proprio servizio, il cliente si orienta con più sicurezza e capisce subito se quella proposta fa per lui.
3. Rafforza identità e reputazione.
Coerenza nel racconto, sobrietà nel tono e chiarezza nelle parole costruiscono fiducia. Ogni impresa, piccola o grande, vive anche di reputazione: e la reputazione nasce da ciò che si fa, ma anche da come lo si sa raccontare.
Tre ostacoli che impediscono alle imprese di spiegarsi
Non è mancanza di contenuti, ma di traduzione. Tre nodi ricorrenti:
• Linguaggio troppo tecnico.
Ogni settore ha i suoi codici. Ma ciò che è naturale per chi lavora in azienda può essere incomprensibile per chi ascolta. La semplicità è un atto di rispetto per il cliente.
• Processi complessi difficili da sintetizzare.
Molte aziende svolgono attività articolate: ridurle in poche parole sembra impossibile. In realtà, è il punto di partenza di una buona comunicazione.
• L’idea che “il lavoro parli da solo”.
Non è più così. Il lavoro parla se lo si mette in ordine: con una storia, dati, esempi, casi concreti.
Come migliorare da subito la comunicazione aziendale
Ogni impresa può fare passi avanti senza complicarsi la vita, lavorando su tre dimensioni:
Chiarezza della proposta.
Che cosa facciamo davvero? A quali problemi rispondiamo? Per chi?
Coerenza del racconto.
Dal sito alle presentazioni, ogni punto di contatto deve trasmettere lo stesso messaggio.
Concretezza.
I clienti si fidano dei fatti: numeri, risultati, esempi reali. La concretezza è credibilità.
La chiarezza è una forma di responsabilità
Spiegare ciò che si fa non è un esercizio retorico: è parte del lavoro.
Significa rispettare chi ascolta, valorizzare le proprie competenze e rendere riconoscibile la qualità del proprio impegno.
Le imprese che comunicano bene non parlano di più: parlano meglio. Con misura, autenticità e concretezza, la stessa che chiediamo ogni giorno ai nostri territori e alle nostre comunità produttive.
Mauro Paissan
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