L’abuso d’ufficio, regolato dall’articolo 323 del Codice penale, punisce i pubblici ufficiali che, approfittando del proprio ruolo, si procurano un vantaggio ingiusto o arrecano danno ad altri. Questa normativa ha spesso frenato molti amministratori pubblici che, per paura di essere indagati, hanno evitato di prendere decisioni importanti per i cittadini e i territori. Questo ha causato danni significativi allo sviluppo del Paese.

La riforma della giustizia proposta ridisegna il potere di impugnazione del pubblico ministero contro le assoluzioni in primo grado, escludendo la possibilità di appello per reati di minore gravità. Solo le assoluzioni per reati più gravi, che generano particolare allarme sociale, rimarranno appellabili.

Questo dovrebbe snellire l’iter giudiziario e ridurre i tempi di processo per gli innocenti. Il disegno di legge introduce anche modifiche sull’applicazione delle misure di custodia cautelare, richiedendo l’interrogatorio di garanzia dell’indagato, salvo pericolo di fuga o inquinamento delle prove. La decisione sulla custodia cautelare in carcere sarà affidata a un collegio di tre giudici, migliorando la tutela degli indagati.
Per le intercettazioni, la riforma prevede che le conversazioni non rilevanti per le indagini non vengano pubblicate, tutelando così la privacy dei soggetti coinvolti.

Il dibattito politico sarà intenso, ma è chiaro che una giustizia più efficiente è fondamentale per evitare il blocco delle attività produttive, soprattutto in un momento in cui i fondi del Pnrr devono essere utilizzati al meglio.

L’abuso d’ufficio ha creato un clima di sospetto che ha talvolta paralizzato l’azione amministrativa. Riformando la giustizia, il Governo contribuirà a favorire anche la ripresa e lo sviluppo economico del Paese.

Mauro Paissan
Presidente Confesercenti del Trentino