Performance advertising: come riconoscere le metriche che contano

Feb 14, 2025 | Consulenza per le imprese

Performance advertising: come riconoscere le metriche che contano

 

 I numeri non servono per impressionare: servono per decidere

Le campagne digitali generano dati.

Tanti. Forse troppi.

Il rischio è concentrarsi sui numeri sbagliati e ignorare quelli che determinano davvero la crescita.

Il performance advertising non è un esercizio tecnico: è un metodo di decisione.

 

CTR: attenzione non significa conversione

Il CTR misura quanti clic genera un annuncio.

È un indicatore utile, ma non decisivo.

Un CTR alto può indicare interesse, ma non garantisce risultati.

Non si vive di clic: si vive di contatti e vendite.

 

CPL: il costo del contatto qualificato

Il CPL è una metrica chiave: indica quanto costa ottenere una persona interessata.

Non tutti i contatti hanno lo stesso valore.

Un contatto poco qualificato è solo un numero in più.

Un contatto qualificato è un’opportunità in più.

 

ROAS: la metrica più importante

Il ROAS misura il ritorno sull’investimento pubblicitario.

Per una PMI è l’indicatore che conta davvero:

dice se una campagna genera valore o solo visibilità.

Un ROAS positivo significa che la campagna è sostenibile.

Un ROAS negativo indica spreco.

 

La qualità del traffico: il dato più trascurato

Molte imprese guardano solo ai numeri globali.

Ma ciò che conta è chi arriva sul sito.

Un buon advertising porta persone in target.

Un cattivo advertising porta chiunque.

E quando arriva “chiunque”, i costi aumentano e le vendite non crescono.

 

Le metriche non sono numeri: sono scelte

Saper leggere le metriche significa evitare sprechi e investire meglio.

Le campagne funzionano quando:

•portano valore,

•costruiscono relazioni,

•generano clienti veri.

Il resto è rumore.

Mauro Paissan

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