Deconsumismo: quali effetti per il Trentino?
Quando spendere meno costa di più: il risparmio che ridisegna commercio, turismo e comunità.
Il recente Rapporto Coop 2025 fotografa con chiarezza una nuova fase dei consumi italiani: l’era del “deconsumismo”, in cui il risparmio prevale sulla spesa e la ricerca dell’indispensabile diventa criterio guida. Si privilegia la riparazione rispetto alla sostituzione, l’acquisto di seconda mano rispetto al nuovo, l’utilità rispetto alla gratificazione. Un fenomeno che riguarda oltre il 40% dei cittadini e che, inevitabilmente, si rifletterà anche sul nostro tessuto economico trentino.
Le possibili ricadute sul sistema trentino
Il deconsumismo non è soltanto una riduzione della spesa, ma un cambio culturale profondo, che potrebbe avere conseguenze su più settori:
Commercio e distribuzione: la tendenza a cercare promozioni, discount e prodotti a marchio del distributore spingerà molti esercizi tradizionali a rivedere modelli di offerta, margini e assortimenti. I negozi di prossimità rischiano di essere ulteriormente penalizzati se non riusciranno a differenziarsi con qualità, servizio e relazione.
Servizi: la crescita del mercato dell’usato, del noleggio e della riparazione può aprire opportunità per nuove imprese artigiane e commerciali specializzate, trasformando il “meno consumo” in “più valore aggiunto locale”.
Produzione agroalimentare: il trend salutista e orientato al fresco può giocare a favore delle produzioni trentine di qualità, ma la ricerca del risparmio mette in difficoltà i piccoli produttori, che non sempre riescono a reggere la pressione dei prezzi al ribasso imposta dalla grande distribuzione.
Turismo e ristorazione: l’attenzione al budget si riflette anche nelle vacanze, con scelte più attente, soggiorni più brevi e ricerca del miglior rapporto qualità-prezzo. Una sfida per il Trentino, che deve continuare a puntare su ospitalità, autenticità e sostenibilità, valorizzando l’esperienza complessiva più che il solo servizio.
La stessa dinamica coinvolge anche la ristorazione, dove cresce la propensione a consumare pasti in casa e a ridurre le uscite fuori. I locali che sapranno distinguersi puntando su qualità, tipicità, innovazione nei menù e servizi digitali (dalla prenotazione online al delivery integrato) potranno trasformare la contrazione della spesa in nuove opportunità di fidelizzazione e attrattività.
Quali strategie e possibili contromisure ?
Innovazione e digitalizzazione: adottare strumenti digitali per intercettare i nuovi comportamenti di acquisto (dal marketing mirato all’e-commerce integrato con il negozio fisico).
Servizi post-vendita e riparazione: trasformare il deconsumismo in opportunità, ampliando l’offerta con servizi di assistenza, manutenzione, rigenerazione e ricondizionamento.
Valorizzazione del locale: comunicare la differenza dei prodotti e servizi trentini, legati a qualità, filiera corta, autenticità. Il consumatore “attento” sceglie più facilmente se percepisce valore concreto.
Collaborazione e reti: promuovere alleanze tra imprese (anche di settori diversi: commercio, artigianato, turismo, agricoltura) per creare pacchetti integrati di offerta che aumentino l’attrattività del territorio.
Formazione e competenze: rafforzare la preparazione degli operatori su comunicazione, sostenibilità, customer care, per differenziare l’esperienza rispetto al mero prezzo.
Ristorazione e innovazione dell’offerta: i pubblici esercizi possono reagire al deconsumismo differenziandosi non sul prezzo, ma sull’esperienza. Valorizzare tipicità locali, stagionalità, menù sostenibili, uniti a servizi digitali come prenotazioni online, delivery e take-away evoluti, può rafforzare la fidelizzazione e intercettare nuove fasce di clientela. La ristorazione, insieme al turismo, ha un ruolo chiave nel mantenere vivo il tessuto sociale e nel rendere attrattivo il territorio.
Quali i possibili risvolti per la comunità trentina ?
Il deconsumismo non è soltanto un trend economico, ma un fenomeno sociale. Se questa nuova tendenza fosse confermata e dovesse proseguire, potrà generare rischi – ulteriore chiusura di esercizi, minore vivacità delle nostre città, riduzione di gettito per il territorio – ma anche opportunità, ovvero il lato B della medaglia: maggiore attenzione all’ambiente, diffusione di pratiche di riuso e riduzione degli sprechi, valorizzazione del lavoro artigiano e dei servizi locali.
La vera sfida sarà trasformare la sobrietà in valore. Il Trentino potrà restare competitivo e accogliente solo se saprà coniugare risparmio e qualità, innovazione e tradizione, sostenibilità e comunità. Lavoriamo con Visione e condivisione, affinché questo cambiamento non diventi una crisi, ma un’occasione di evoluzione.
Mauro Paissan
Presidente Confesercenti del Trentino