Manovra 2026–2028: il Trentino davanti a una scelta di futuro
La discussione sulla manovra finanziaria 2026–2028 della Provincia Autonoma di Trento arriva in un passaggio storico che chiede al nostro territorio una scelta chiara: amministrare l’esistente o costruire, con ambizione, la propria traiettoria di futuro.
Il contesto è noto: instabilità geopolitica, trasformazioni tecnologiche profonde, una crisi demografica che tocca l’intero Paese e che, in Trentino, assume contorni sempre più evidenti. In questo scenario la Giunta presenta una manovra da oltre 6,7 miliardi di euro. Una cifra importante, che prova a tenere insieme coesione sociale, competitività e sostenibilità.
Ma il dato di partenza, per quanto positivo, non può bastare.
Come ho ricordato durante l’Assemblea del 15 ottobre 2025, il terziario trentino è in svendita.
Non è uno slogan, e non è una resa. È un grido d’allarme: il segnale che il motore economico e sociale del Trentino, commercio, turismo, servizi, professioni, sta attraversando una fase complessa, in cui servono politiche nuove, capaci di parlare il linguaggio delle imprese, delle famiglie e delle nuove generazioni.
Un Trentino forte, ma non invulnerabile
I fondamentali dell’economia trentina restano solidi. Lo confermano i numeri:
• un PIL pro capite superiore del 28% alla media nazionale;
• un tasso di disoccupazione al 2,4% e una partecipazione femminile che sfiora il 69%;
• un sistema universitario ai vertici nazionali;
• 50.000 imprese attive, con alti livelli di sopravvivenza;
• investimenti consistenti in ricerca, sviluppo e digitalizzazione (404 milioni di euro).
Sono indicatori di un territorio attrattivo, competitivo, ben posizionato.
Ma non dobbiamo confondere la forza con l’invulnerabilità. Perché accanto alle eccellenze, ci sono le fragilità:
• un calo demografico persistente;
• una difficoltà crescente nel trattenere giovani e talenti;
• una carenza strutturale di manodopera qualificata;
• costi abitativi in aumento;
• una frammentazione del tessuto imprenditoriale che colpisce soprattutto il terziario.
Il rischio non è perdere un vantaggio competitivo.
Il rischio è perdere la spinta vitale che ha permesso al Trentino di crescere negli ultimi trent’anni.
Cosa vede Confesercenti nella manovra
Le osservazioni ai due disegni di legge (Stabilità e Collegata) non sono un esercizio tecnico: sono una lettura politica, che parte dai bisogni reali delle imprese, delle famiglie e dei territori.
Natalità e famiglie: una scelta strategica
Il sostegno al terzo figlio è un segnale importante, ma il tema è più ampio: asili, servizi, casa, lavoro stabile, conciliazione per le donne.
La natalità non è solo un intervento sociale, è una politica industriale del futuro.
IRAP agevolata: bene, ma con regole chiare
L’agevolazione fiscale è utile, soprattutto per le microimprese.
Ma senza controlli sul dumping contrattuale rischia di premiare chi non rispetta le regole.
Serve meritocrazia, non concorrenza sleale.
Casa e alloggi: il vero fattore di attrattività
RiUrb e RiVal sono strumenti importanti.
Nel terziario la casa è un tema di stabilità, di ricambio generazionale, di ospitalità per i lavoratori stagionali.
Senza casa accessibile, non c’è crescita.
Connessioni digitali: il nuovo diritto di cittadinanza economica
Le disomogeneità digitali penalizzano soprattutto le aree montane e le piccole imprese.
La connessione oggi è come l’acqua e la luce: essenziale.
Mondiali 2031: un’opportunità da costruire insieme
Non è solo un evento sportivo: è una leva di promozione, di mercato, di relazioni.
Ma perché lasci un’eredità vera, il terziario deve essere coinvolto nella progettazione fin dall’inizio.
Digitalizzazione degli appalti: bene, ma senza burocrazia inutile
Le microimprese rischiano di essere travolte da piattaforme troppo complesse.
La digitalizzazione deve semplificare, non complicare.
Dove deve andare il Trentino
La manovra può essere un passo nella direzione giusta, ma non basta.
Serve una visione più netta e condivisa.
Serve il coraggio di mettere al centro giovani, famiglie, formazione, innovazione e terziario.
Confesercenti del Trentino auspica che l’economia provinciale mantenga nei prossimi mesi un trend positivo.
Se così sarà, il prossimo assestamento di bilancio potrà diventare l’occasione, oltre che la volontà, per rafforzare gli interventi su giovani, giovani coppie, famiglie, competenze e innovazione, i veri pilastri di uno sviluppo generazionale e inclusivo.
Perché il futuro del Trentino si gioca sulla capacità di fare sistema.
Un territorio cresce quando istituzioni, imprese e comunità camminano nella stessa direzione: quella di un Trentino connesso, aperto, sostenibile e capace di generare fiducia nelle nuove generazioni.
Mauro Paissan
Presidente Confesercenti del Trentino




