Nei giorni scorsi a Trento è stato presentato il piano provinciale per l’internazionalizzazione e quello che emerge è che l’export non è nelle corde del nostro tessuto economico. Non lo è nemmeno per l’Alto Adige, entrambe le province autonome hanno un gap da recuperare su Italia e Nordest e ampi margini di crescita ed espansione.

I dati ci dicono che l’incidenza sul Pil per ciascuna provincia autonoma è di poco superiore al 17%, mentre la media nel Paese è superiore al 30% con il Nordest che, trainato dal Veneto, ha punte vicine al 45%. Partendo dal presupposto che il nostro tessuto economico è composto principalmente da microimprese, che spesso non sono attratte dal settore dell’internazionalizzazione, ritengo sia fondamentale lavorare per il loro coinvolgimento nella costruzione e nell’espansione della filiera estera. Dobbiamo creare una rete imprenditoriale maggiormente orientata verso l’export e verso nuovi mercati che vanno oltre il recinto dell’Unione europea e degli Stati Uniti. Solo il 2% delle esportazioni va fuori da quel perimetro.

L’assetto dell’economia globale continua a cambiare rapidamente, dobbiamo investire tutti insieme nello sviluppo delle competenze e delle azioni. Questo ragionamento vale per tutti i settori, non solo per il commercio, ma anche per i servizi. In questo modo, potremmo far conoscere il nostro “made in Trentino” e cogliere nuove occasioni di crescita.

Mauro Paissan
Presidente Coordinamento Provinciale Imprenditori
Presidente Confesercenti del Trentino